Impastate la semola di grano duro con due rossi d’uovo ed acqua tiepida, insieme con la curcuma per dare alla pasta fresca un bel colore giallo brillante. Lasciate riposare l’impasto. Tirate la sfoglia e ritagliatela in striscioline di circa due centimetri di larghezza. Trinciatele a loro volta in un formato di circa sei centimetri di lunghezza, che arrotolerete formando delle spirali. Questa forma ricorda la conchiglia che dona riparo al Paguro marino che, in dialetto algherese, si chiama appunto ”Tufella”. Sfilettate il barracuda e, in un apposito affumicatore, riponetelo con la pelle rivolta verso il basso su un letto di foglie e bacche di ginepro e chicchi di caffè verde. Una volta aromatizzato ed affumicato in tal maniera, spezzettatelo grossolanamente ed addizionatelo ai capperi debitamente dissalati. Mettete il tutto a riposare in una ciotola con la metà dell’olio extravergine d’oliva indicato. Cuocete le tufellas in abbondante acqua salata e scolatele al dente. Saltatele brevemente in una padella precedentemente intiepidita con l’altra metà dell’olio, sale, dadolata di pomodoro, i capperi ed il barracuda affumicato. Impiattate e servite con scorza di arancio e limone tagliata finemente à la julienne.
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